Sedere capotavola o ai lati, tutto cambia. Come la prossemica influenza le interazioni
Il tavolo rotondo favorisce l’inclusione e quello rettangolare le gerarchie. Quindi una corretta disposizione dei posti è fondamentale
Nel corso dell’anno scolastico, la nostra classe 4T dell’Istituto Alberghiero Orio Vergani, indirizzo Accoglienza Turistica, sotto la guida della docente Michela Bottazzi, insegnante di Tecniche di Comunicazione e Relazione, ha intrapreso un’attività di ricerca-azione volta a comprendere la prossemica e il suo impatto in ambito ristorativo.
Studio della Prossemica Abbiamo iniziato il nostro percorso studiando la prossemica e, approfondendo le teorie di Edward T. Hall, abbiamo esaminato le diverse distanze prossemiche: intima, personale, sociale e pubblica.
Analisi delle Distanze Successivamente, abbiamo osservato e analizzato situazioni reali (in classe e a casa) per individuare le distanze prossemiche nei diversi contesti.
Tavoli e relazioni Abbiamo quindi approfondito lo studio delle forme dei tavoli più comuni nei ristoranti (quadrato, rotondo e rettangolare) e abbiamo riflettuto su come la disposizione delle sedute possa influenzare le relazioni, la comunicazione e le dinamiche psicologiche tra i commensali. Ci siamo chiesti, osservando la distanza tra i posti a sedere: quali interazioni favorisce ogni forma? Quali tipi di comunicazione si possono attivare? Quali emozioni possono provare i commensali?
L’esperimento pratico Per validare le nostre ipotesi, siamo andati in sede centrale, dove, grazie alla collaborazione del professore di sala, Luca Farinelli e della sua classe, 2D, abbiamo potuto osservare e misurare direttamente le distanze tra i commensali. Gli studenti della sua classe hanno partecipato come commensali, consentendoci di osservare le sedute e raccogliere dati.
I risultati Abbiamo quindi compilato una tabella precedentemente strutturata in classe per raccogliere dati sulla forma del tavolo e il tipo di distanza tra i commensali. Poi abbiamo riflettuto sulle tipologie di relazioni e su quali modalità di comunicazione si potrebbero attivare. Dall’analisi abbiamo compreso come la disposizione dei posti a sedere possa influenzare significativamente le interazioni tra i commensali. Ad esempio, il tavolo rotondo favorisce la comunicazione e l’inclusione, un livello di comfort alto perché le distanze tra le sedie sono equidistanti e quindi tutti i commensali hanno la stessa importanza, mentre quello rettangolare può creare gerarchie e interazioni sbilanciate (tra i capotavola e i commensali ai lati) e sottogruppi (tra i commensali lontani dal capotavola) perché le distanze tra le sedie non sono le stesse.
Conclusioni Grazie alla ricerca-azione, abbiamo acquisito una maggiore consapevolezza del nostro ruolo nel settore dell’accoglienza turistica. Abbiamo capito che, in vista di un evento, possiamo collaborare con i colleghi di sala per suggerire la disposizione ottimale dei posti a tavola al fine di garantire una comunicazione efficace e dinamiche relazionali positive tra gli ospiti. Questa esperienza si è rivelata non solo un arricchimento personale, ma anche una preziosa occasione per sperimentare il lavoro di squadra e l’importanza della collaborazione tra diverse figure professionali all’interno del settore alberghiero. Concludiamo questa esperienza con una nuova consapevolezza: la gestione dello spazio e della disposizione dei tavoli è un aspetto fondamentale per il successo di un evento e per garantire un’accoglienza di qualità.
Classe 4T indirizzo Accoglienza turistica "Vergani-Navarra”