Ferrara Il primo passo è stato capirci qualcosa. Il secondo decidere. Il mini condono per i debiti sotto i mille euro (sanzioni e interessi compresi) maturati dai cittadini nei confronti delle amministrazioni comunali ha spaccato in due la provincia, con posizioni che sostanzialmente ricalcano - al netto delle sfumature - gli orientamenti politici delle giunte. La “pace fiscale” contenuta nella Legge di Bilancio del Governo consente di condonare gli interessi e le more, ma non la parte capitale. Dunque su un debito di mille euro, composto da 700 di importo reale e 300 fra more e interessi, a essere scontati sono i 300 euro. Questo per tutte le cartelle non riscosse dal 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2015. Le amministrazioni comunali hanno tempo fino al 31 gennaio per compiere una scelta, convocando entro quella data il Consiglio se intendono non aderire. In quel caso dovrà essere inviato all’Agenzia delle Entrate un atto amministrativo per comunicare di non voler applicare lo sconto fiscale. E se il Comune di Ferrara ha già fatto sapere che aderirà al mini condono, lo stesso orientamento è stato confermato anche da Bondeno, Terre del Reno, Copparo e Tresignana, oltre che dall’Unione Terre e Fiumi. Anche il primo cittadino di Fiscaglia, Fabio Tosi, ha fatto sapere che applicherà lo “sconto”: «Avevamo già pulito il bilancio da residui attivi – spiega – perciò andiamo nella direzione del legislatore senza avere riverberi sul bilancio. Il problema sarà per quei Comuni che hanno mantenuto negli anni i residui attivi di quelle cartelle». E mentre i Comuni di Comacchio e Codigoro si riservano di decidere una volta esaminata meglio la materia, risultano invece contrarie al mini condono le amministrazioni di Cento, Poggio Renatico, Riva del Po, Ostellato, Portomaggiore, Argenta e Mesola, che riuniranno tutte il consiglio entro fine mese. «La possibilità di vedersi cancellati more e interessi è già prevista dal ravvedimento operoso – argomenta il sindaco di Portomaggiore Dario Bernardi – che si applica nel caso il cittadino paghi poi effettivamente la parte capitale. Questo mini condono invece cancella le sanzioni a prescindere dall’effettivo pagamento». Per l’amministrazione portuense il “conto” della pace fiscale ammonta a 40mila euro: «La Corte dei Conti – prosegue Bernardi – ha subito scritto ai Comuni per sapere quale fosse l’impatto sui conti, e per quel che ci riguarda la strada era tracciata». E il tutto, conclude, mettendo in difficoltà quei Comuni a cui, non aderendo, viene affibbiata la parte dei “cattivi”. Sulla stessa linea d’onda il sindaco di Argenta, Andrea Baldini «La nostra è una scelta coerente con una mozione approvata nel 2021 presentata da Lega e votata ad unanimità dal consiglio. Chi vuole può avere lo stralcio con adesione volontaria: facciamo in modo che la riduzione venga applicata su chi decide di pagare e non su chi non paga». «Aderire al condono – conclude il sindaco di Mesola Gianni Michele Padovani – significa andare incontro a chi non ha pagato, ed è difficile da spiegare a quei contribuenti che sono stati sempre corretti. In un momento in cui su richiedono sforzi per affrontare il caro bollette, privilegiare chi non ha pagato non è né giusto, né coerente. Trovo più opportuni provvedimenti, ad esempio, di sostegno alla rateizzazione, o al pagamento dei mutui. Misure che abbiamo già applicate e che se possibile saranno rifinanziate». © RIPRODUZIONE RISERVATA &nbsp;

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La "pace fiscale"

I sindaci contrari: «Ingiusto nei confronti dei cittadini corretti, meglio altre misure di aiuto» 

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