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Ferrara, morti e contagi Covid nelle Cra. «Le accuse erano insussistenti»

Ferrara, morti e contagi Covid nelle Cra. «Le accuse erano insussistenti»

Gli avvocati Gallerani e Linguerri commentano la richiesta di archiviazione

26 marzo 2024
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Ferrara Non può che essere positivo l’accoglimento, da parte dei legali delle Cra Paradiso e Caterina, della richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Ferrara per l’indagine sui decessi durante la pandemia di Covid-19.

«Prendiamo con favore atto della richiesta di archiviazione formulata dalla Procura, dopo ben tre anni di indagine», affermano gli avvocati Eugenio Gallerani e Marco Linguerri, che hanno assistito i sei indagati. «Nella propria richiesta - osservano i legali - il pubblico ministero scandaglia con puntualità e precisione gli aspetti che potevano apparire critici nel corso dell’indagine, escludendoli uno a uno per ogni focolaio, a partire dai casi indice tra ospiti e operatori, fino alle misure tempestivamente adottate dalle strutture all’insorgere del focolaio, immediatamente comunicate all’autorità sanitaria e con la stessa condivise. E ciò vale anche per ogni altro aspetto che, documentalmente, è risultato insussistente».

Gallerani e Linguerri marcano una differenza di lettura con i colleghi che assistono familiari e pazienti, gli avvocati Gian Luigi Pieraccini e Piero Giubelli: «Ci risultano poco comprensibili le affermazioni dei legali delle persone offese, ad esempio quando si dice che si tratterebbe di provvedimento “suicida” che solo alla fine virerebbe verso l’archiviazione. In realtà per ogni focolaio, che il Pubblico Ministero tratta separatamente, vengono evidenziate le ipotizzate criticità e mancanze, per escluderle una per una, tanto che ogni aspetto risulta sondato. Viceversa, il riferimento effettuato nella prima parte della richiesta di archiviazione, cui probabilmente si riferisce il difensore, attiene all’iniziale fase dell’attività di indagine che portò il pm a formulare richiesta di intercettazioni al Gip, che peraltro la respinse, per ben due volte, ravvisando la carenza di gravità indiziaria. Pertanto, correttamente il Pubblico Ministero nella richiesta di archiviazione, quanto al reato di maltrattamenti, si limita a prendere atto di quella valutazione, operata ben tre anni or sono, concludendo che non essendo stata “riconosciuta la gravità indiziaria nella fase delle indagini preliminari, si ritiene non sostenibile l’accusa».

Secondo i due legali, infine, risulta «non comprensibile» anche un’altra affermazione fatta dagli “avversari”, «secondo cui addirittura dovrebbe essere il dibattimento penale ad effettuare il filtro per verificare la sussistenza o meno delle ipotesi formulate. In realtà nel nostro sistema penale (ancor più con la riforma Cartabia, ma sempre, anche in passato) non è certo il processo a dovere costituire il filtro per valutare la fondatezza dell’ipotesi di accusa, ma sono le indagini preliminari. E queste, dopo così lungo tempo, hanno dimostrato l’insussistenza di ognuna delle ipotesi accusatorie inizialmente formulate».

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