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Dalle telecamere ai “buttafuori”: così la movida ai Lidi sarà più controllata

Katia Romagnoli
Dalle telecamere ai “buttafuori”: così la movida ai Lidi sarà più controllata

Giro di vite anche dall’Ispettorato al Lavoro. E l’attenzione ai documenti

28 marzo 2024
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Lidi Per arginare i fenomeni della microcriminalità, dalle risse ai furti, dagli atti vandalici, alla guida in stato di ebbrezza, l’estate ai Lidi sarà scandita dalla presenza di più telecamere e di più addetti ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo. È quanto emerge dall’incontro, che si è tenuto ieri in Municipio, in presenza degli esponenti apicali delle forze di polizia operanti a livello territoriale, dei funzionari dell’Ispettorato del lavoro e dei rappresentanti delle associazioni di categoria e degli stabilimenti balneari.

I passi

Dopo il Tavolo provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato a Comacchio, il 28 febbraio scorso, dal prefetto Massimo Marchesiello, ieri è si è svolto il primo proficuo confronto, a livello locale, tra forze dell’ordine e rappresentanti del mondo della movida notturna. L’impegno assunto dai locali che fanno tendenza ai Lidi, richiamando, già dai prossimi weekend migliaia di giovani, consiste nel potenziare la sorveglianza privata, attraverso specifiche figure adibite alla sicurezza, più comunemente chiamati buttafuori. I casi di rissa violenta, furti, alterazione alla guida dovuta all’assunzione di alcol o sostanze, raid notturni dei vandali con danneggiamento di lettini, ombrelloni, giochi per bambini, assurti tristemente agli onori della cronaca, anche la scorsa estate, hanno suggerito di avviare quest’anno un dialogo, volto a potenziare i controlli. Non solo i locali notturni, ma tutti i pubblici esercizi, compresi gli stabilimenti balneari, si attiveranno per potenziare il circuito di occhi elettronici, in grado di intercettare e smorzare sul nascere aggressioni e furti.

I precedenti

È stato citato il caso di un noto Bagno devastato, lo scorso anno, dalle fiamme. Più telecamere in circolazione potranno scongiurare il ripetersi di fenomeni delinquenziali, ma potranno anche limitare i danni derivanti da incendi di natura non dolosa. Il titolare di uno stabilimento balneare del Lido Pomposa ha rilevato che lo scorso anno, a fronte delle 10 telecamere installate per monitorare il bagno e la propria spiaggia, l’Ispettorato del lavoro ne aveva autorizzata una sola, quella piazzata sulla cassa. Molto dibattuto è stato il tema privacy, attorno al quale si è individuata una maggiore sinergia tra operatori e lo stesso Ispettorato del Lavoro, in quanto l’interesse generale della pubblica sicurezza prevale sull’interesse particolare, del singolo individuo inquadrato dall’occhio vigile della telecamera. Presenti all’incontro il comandante della Compagnia carabinieri di Comacchio, tenente colonnello Luca Treccani, nonché i comandanti della Guardia di finanza, dell’Ufficio circondariale marittimo di Porto Garibaldi, dei vigili del fuoco e il comandante della Polizia locale, Paolo Claps, il quale ha confermato l’acquisto, da parte dell’amministrazione comunale di nuove telecamere, per un investimento che sfiora 1 milione di euro. Sicurezza Le telecamere andranno così ad implementare quelle già installate da alcuni anni nei punti nevralgici del territorio (incroci principali e retrospiaggia. È stata, inoltre, invocata e condivisa la necessità di potenziare la videosorveglianza anche all’interno delle aree di parcheggio a pagamento dei sette lidi. Un altro aspetto attorno al quale è stata fatta chiarezza riguarda la richiesta di esibire un documento di identità valido ai clienti che richiedono la somministrazione di bevande alcoliche. Per accertare l’effettiva età dell’avventore, l’esercente è tenuto a richiedere l’esibizione di un documento di riconoscimento, per evitare di somministrare alcol a ragazzi di età inferiore ai 16 anni. Alcuni imprenditori presenti all’incontro hanno posto quesiti, citando esempi di alcuni giovanissimi che, recalcitranti, in varie occasioni si erano rifiutati di esibire il documento, affermando che solo un agente di pubblica sicurezza possa "reclamare" la visione della carta d’identità o del tesserino del pullman. Ogni dubbio è stato spazzato via dalle risposte e dalle delucidazioni del comandante della Compagnia carabinieri lagunare.