Ferrara, l’investigatore con i ganci giusti per “spiare” nelle banche dati
Inchiesta hacker, al ferrarese Cavicchi contestati 13 accessi abusivi
Ferrara Al numero di telefono che si trova su internet, collegato alla sua attività, non risponde: lo smartphone è stato sequestrato. Luca Cavicchi, ferrarese di 62 anni, è uno dei 51 indagati nella grossissima indagine della Procura di Milano su un sistema per accedere abusivamente ad alcune banche dati dello Stato, per ottenere informazioni da rivendere e utilizzare in maniera illecita. A lui sono contestati i reati di concorso in rivelazione di segreto d’ufficio e di accesso abusivo a sistema informatico, nonché di esercizio abusivo della professione.
Seppure esterno all’associazione a delinquere che ha messo in piedi il sistema “Beyond” (Oltre, in inglese), Cavicchi appare essere un perno, più che una pedina, per procurare quelle informazioni. Nei 14 capi di imputazione che lo riguardano, il ferrarese compare sì come richiedente i dati per sé, ma più spesso come il tramite tra il pubblico ufficiale in grado di entrare nelle banche dati e il sistema illecito che si nutre di quelle informazioni. Sapeva a chi chiedere.
Cavicchi è un free lance del settore delle investigazioni commerciali. Secondo gli inquirenti milanesi si spingeva più in là del confine lecito, ordinando dei “dossier” a dei pubblici ufficiali in grado di accedere alle banche dati dello Stato. In un occasione, ad esempio, i suoi interlocutori erano il reggiano Giulio Cornelli (amministratore della Dag) e Nunzio Samuele Calamucci (socio e consulente informatico e investigativo della Mercury advisor), entrambi ai domiciliari. Secondo gli inquirenti, Cavicchi aveva chiesto a Calamucci di acquisire dati su alcune persone e Calamucci aveva chiesto a Cornelli il cui gancio era Giuliano Schiano, maresciallo della Guardia di finanza all’antimafia di Lecce, che aveva le chiavi di accesso alle banche dati Sdi del ministero dell’Interno e Punto Fisco dell’Agenzia delle Entrate. Altre volte Cavicchi agiva usando direttamente un pubblico ufficiale di sua fiducia per ottenere informazioni dalle banche dati Inps o Punto Fisco o Serpico dell’Agenzia delle Entrate, usandole per i suoi scopi o per consegnarle a Calamucci che gliele chiedeva. In un’occasione, ad esempio, si è servito dell’ispettore Roberto Bonacina della Polizia di frontiera allo scalo aereo di Orio al Serio per l’accesso alla Sdi così da fornire a Calamucci i dati che gli aveva chiesto, il quale li ha poi girati a Carmine Gallo, ex superpoliziotto messo ai domiciliari, tra i principali organizzatori del sistema tramite la società Equalize. Gallo quelle informazioni le doveva a Fulvio Pravadelli, il padre della ex compagna del cantautore Alex Britti, che era uno dei soggetti spiati, e col quale la figlia aveva in corso una causa. Schema simile vedeva Cavicchi procurare le informazioni sui soggetti che interessavano all’imprenditore romano Lorenzo Sbraccia.
Il legale di Cavicchi, l’avvocato Gian Luigi Pieraccini precisa che «risulta totalmente estraneo all'ipotesi di associazione a delinquere che ha comportato la sottoposizione di alcuni indagati agli arresti domiciliari ed è infatti indagato a piede libero. Lo stesso è accusato di aver ricevuto dati coperti da segreto da pubblici ufficiali rimasti ignoti alle indagini che potrebbero a aver compiuto accessi abusivi a sistemi informatici protetti. Tali dati non riguarderebbero soggetti di rilevanza politica o istituzionale. Una volta esaminati gli atti investigativi l'indagato si riserva di richiedere l'interrogatorio».
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