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La sentenza

Spal-Lazio, 29 ultrà condannati per i tafferugli del 2018

Spal-Lazio, 29 ultrà condannati per i tafferugli del 2018

Pena di 10 mesi decisa dal tribunale di Belluno

29 ottobre 2024
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Ferrara Rissa tra ultrà di Spal e Lazio, ad Auronzo: 29 condanne e due assoluzioni. Dieci mesi di reclusione a testa, con pena sospesa, per ventidue tifosi della Curva Ovest del Paolo Mazza di Ferrara e stessa condanna per sette della Nord dell’Olimpico di Roma. Niente attenuanti generiche e nessuna legittima difesa. Assolti per insufficienza o contraddittorietà della prova gli altri due tifosi ferraresi che erano alla guida di due veicoli e non hanno partecipato al tafferuglio del 28 luglio 2018, in via Cella, prima dell’amichevole Lazio-Spal nella località dove i biancazzurri e i biancocelesti erano in ritiro pre campionato.

Non doversi procedere, infine, per il danneggiamento aggravato, perché il danno a una moto e agli arredi dell’Hostaria sono stati risarciti con tremila euro e per la detenzione abusiva delle armi trovate nelle case degli imputati, durante le perquisizioni, in quanto il reato è prescritto.

Un tifoso spallino e uno laziale avevano chiesto e ottenuto dal giudice del Tribunale di Belluno la sospensione del processo per messa alla prova: lavori di pubblica utilità, in una parola volontariato che porta all’estinzione del reato.

Il pubblico ministero aveva chiesto una pena più mite rispetto a quella poi inferta dal giudice: otto mesi per coloro che saranno effettivamente condannati, mentre i difensori Giovanni Adami di Udine per gli spallini ed Enrico Rech di Belluno per i laziali miravano all’assoluzione per non aver commesso il fatto con la vecchia formula dubitativa, in subordine il minimo della pena con la non menzione, nel caso di derubricazione in rissa da aggravata a semplice. Non doversi procedere per gli altri due capi d’imputazione contestati.

La pubblica accusa puntava sul video amatoriale girato con il telefonino da una persona e sul riconoscimento personale preciso e puntuale da parte degli agenti delle Digos di Ferrara e Roma. Poliziotti, che seguono ogni domenica le tifoserie e conoscono tutti, in grado quindi di riconoscere con precisione le facce delle persone immortalate nel video. Le difese, invece, erano convinte che non fosse nemmeno stata una rissa, sulla base anche di una serie di sentenze di altri tribunali. D’accordo sul fatto che si sia trattato di un agguato da parte dei laziali, ma erano tutti a volto scoperto, non sono stati sfoderati bastoni o mazze e, dalle immagini, «non sappiamo chi ha fatto cosa». Addirittura uno degli spallini poi condannati «ha fatto da paciere». Condannati in 29, ma ci sarà appello e il reato si prescriverà nel gennaio 2026.