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L’intervento

Cento, giovane armato di pistola minaccia due donne

Francesco Dondi e Georges Savignac
Cento, giovane armato di pistola minaccia due donne

Le amiche sono state avvicinate nel parcheggio di via Loves, tanti ragazzini hanno assistito alla scena. Il balordo identificato dai carabinieri, l'arma recuperata in un fossato

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Cento Pistola in pugno a voler simulare gli attori di qualche serie televisiva che tanto piace ai ragazzini o peggio ancora per sentirsi un attimo parte di una gang criminale; pistola che indirizza verso due donne nel parcheggio di via Loves, dove sono presenti varie attività di intrattenimento, un supermercato e realtà commerciali. Poi, senza un reale motivo, la pistola viene ritratta e il bandito improvvisato sparisce. Non ha fatto alcuna richiesta, non voleva rapinare, non voleva intimidire, voleva forse soltanto fare un gesto da balordo. Ma quanto appena raccontato non è il canovaccio di un film, è invece accaduto a Cento qualche sera fa.

Protagonisti sono un ragazzino, a ridosso della maggiore età, e due amiche che si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non erano vittime designate, ma lo sono diventate senza una specifica motivazione. A fare da comparse una serie di altri coetanei del giovane balordo, che hanno assistito alla scena.

Una prima, sommaria ricostruzione, su cui i carabinieri di Cento stanno ancora lavorando, vede le due donne nel parcheggio. D’un tratto vengono avvicinate dal giovane armato che punta loro contro la pistola. Che sia finta o vera poco importa. È soltanto un gesto intimidatorio perché non risulta abbia poi fatto alcuna richiesta: non voleva soldi, non pretendeva nulla che lasci intendere un tentativo di rapina non concretizzato. Le due vittime si intimoriscono, il ragazzino invece si defila e cerca di dileguarsi. Forse si rende subito conto di aver combinato qualcosa che va oltre il limite tollerato, ma non ha ancora fatto i conti con i carabinieri. Viene infatti contattata una pattuglia che arriva rapidamente sul posto: non avendo ancora chiari i dettagli della situazione e non sapendo neppure quali fossero le intenzioni del ragazzino si attiva una mobilitazione dell’Arma con i vari investigatori che entrano in scena. La cura dei dettagli fa il resto: sono diversi i testimoni della scena, forse qualcuno parla quasi sentendosi in colpa o comunque il lavoro dà subito i frutti sperati. Il giovanotto viene rintracciato e identificato: probabile che scatti una denuncia quantomeno per minacce e porto abusivo d’armi (da valutare, si diceva, la questione della tentata rapina). E c’è chi dice che sia stata trovata anche la pistola usata in quella serata, abbandonata tra le erbacce di un fosso, ma anche su questo gli accertamenti non si fermano. 

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