Ferrara, corteo ProPal con polemiche: “Volevano fermarci”
Questo pomeriggio partenza da piazza Municipale e poi fermata davanti alla Prefettura
Ferrara Partirà da piazza Municipale per poi snodarsi in corso Porta Reno, un tratto di viale Cavour e poi in corso Ercole I d’Este con fermata davanti alla Prefettura, il corteo organizzato da Ferrara per la Palestina, con adunata convocata per il 14.30 di questo pomeriggio.
Un corteo che parte con già un carico di polemica. Gli stessi “ProPal” ritengono di essere sotto attacco politico e istituzionale da quando il sindaco Alan Fabbri aveva invocato un intervento del prefetto nei loro confronti a seguito dell’esposizione sul muretto del Castello, di fianco ai martiri dell’eccidio fascista, della foto del giornalista palestinese Anas al-Sharif, ucciso dall’esercito israeliano il 10 agosto scorso, a Gaza.
«Denunciamo un grave attacco ai diritti democratici e alla libertà al dissenso – si legge nel comunicato di Ferrara per la Palestina –. Il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, ha chiesto al prefetto di vietare le nostre manifestazioni; dal Parlamento arrivano minacce di provvedimenti tramite la figura di Mauro Malaguti. Per queste ragioni abbiamo organizzato un corteo che partirà da piazza Municipale sabato 30 agosto alle ore 14:30; denunciamo inoltre che la Questura di Ferrara da oltre una settimana tenta di vietare questo corteo, prima ci è stato comunicato che era impossibile svolgerlo nelle modalità da noi indicate a causa del Buskers Festival, successivamente che bisognava spostarlo alla mattina ed infine che non era possibile manifestare di fronte al Comune di Ferrara. Il Buskers Festival inizia alle ore 19, inoltre abbiamo anche contattato gli organizzatori e ci è stato confermato che il nostro corteo non interferisce con l’evento. Nonostante queste pressioni, ribadiamo con forza: manifestare è un nostro diritto, le piazze appartengono al popolo, non possono essere negate e sabato 30 il corteo si svolgerà anche grazie alla nostra determinazione».
Va precisato che vi sono ragioni per le quali la Questura non aveva acconsentito alla partenza del corteo nell’orario inizialmente individuata, e riguarda questioni legate al festival e alle operazioni di allestimento dei tornelli di sicurezza. L’anticipo dell’orario ha risolto la questione.
Alle accuse degli attivisti arriva la replica di Malaguti: «Nessuno vuole impedire la solidarietà alla popolazione di Gaza, coinvolta in una guerra scatenata da Hamas, né il sottoscritto ovviamente avrebbe alcuna autorità per limitare libertà altrui. Il mio intervento era solo di contrarietà ad ogni tipo di strumentalizzazione delle vittime del ’43 ricordate dalla lapide posta nel muretto del Castello. Se la manifestazione tornerà a utilizzare quel luogo, come annunciato, insieme alla Associazione Italia Israele faremo a nostra volta una manifestazione nei prossimi giorni e andremo ad apporvi una bandiera israeliana. Se quel luogo dedicato alla memoria verrà rispettato, per quanto mi riguarda, la manifestazione vada dove vuole, e certamente si qualificherà da sola per i toni che userà».
E in tutto questo, rimane in secondo piano il vero tema, ciò per cui si manifesta. Le condizioni della popolazione a Gaza, l’invasione di terra, i piani per far allontanare chi è rimasto, il numero inaccettabile di vittime, la fame come arma, la carestia.