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A Lido Volano e a Goro distesa di cannolicchi morti: prima l’anossia, poi le mareggiate

Katia Romagnoli
A Lido Volano e a Goro distesa di cannolicchi morti: prima l’anossia, poi le mareggiate<br type="_moz" />

L’esperto: «Ci sono stati eventi atmosferici significativi». I Pescatori estensi: «Grandi morie di fauna ittica e mitili lungo le coste». Nessun allarme ambientale

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Lido Volano e Goro Una distesa maleodorante di cannolicchi morti pieni di insetti, ha accolto, ieri mattina, chi si è avventurato a camminare lungo tratti di spiaggia libera, nella zona più a nord del Lido di Volano e Goro. Il fenomeno, non nuovo alla coste emiliano-romagnole e quelle italiane, più in generale, secondo il parere dell’esperto, il biologo Diego Viviani, presidente della Fondazione centro ricerche marine di Cesenatico, è associato indirettamente alla mareggiata che, tra il 28 ed il 29 agosto scorsi, ha eroso duramente il Lido Volano, provocando anche danni ai recinti di una ventina di allevamenti delle cooperative dedite all’allevamento delle vongole veraci. Quintali di cannolicchi spiaggiati sono stati recuperati, ieri mattina, sull’arenile, soprattutto ai lidi nord, durante le operazioni giornaliere di spazzamento dell’arenile, dai mezzi meccanici della cooperativa Brodolini.

Non si tratta di un allarme ambientale ed è bene precisarlo, ma di uno degli episodi di anossia che, in estate, non sono rari nel mare Adriatico. «Nelle scorse settimane si sono formate lame di acqua anossica al largo – spiega l’esperto Viviani, ex sindaco di Goro -, spostate a loro volta verso la riva, in occasione della recente mareggiata. Eventi atmosferici significativi, come quello che si è verificato la scorsa settimana, sono responsabili dello spostamento sottocosta di queste lame anossiche e se l’acqua, in poco tempo non fa a tempo a riossigenarsi, vicino alla riva, tutti gli esseri viventi che si trovano sui fondali muoiono. Le alghe non sono ancorate al terreno e sono in grado di spostarsi – precisa Viviani -, mentre i cannolicchi, come in questo caso, ma anche lupini, vongole di mare, tutti i bivalvi, i molluschi fossori, infossati sul fondale, sono destinati a morire. I pesci riescono a scappare».

A denunciare la situazione anche Marco Falciano dell’Unione pescatori estensi: «Già nel 2019 segnalammo, nel medesimo periodo, una moria di fauna ittica ancor più grave che si abbatté sull’intero litorale ferrarese. In quanto pescatori sportivi appassionati di ambiente, siamo consci che i nostri corsi d’acqua, a ogni forte piovasco, fungono da ricettacolo dei reflui in eccesso scolmati dalla rete fognaria pubblica. La commistione tra la vetustà e l’inadeguatezza della rete fognaria, l’aumento della frequenza dei fenomeni meteo estremi e, non di meno, l’afflusso turistico nelle aree costiere causa periodicamente, in occasione dei primi forti piovaschi di fine stagione, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, grandi morie di fauna ittica e mitili lungo le coste».

Anche lo scorso anno si sono registrati un paio di fenomeni anossici, seppur in un periodo antecedente a quello attuale, ma pur sempre in concomitanza con le elevate temperature (atmosferiche e marine), proprie dell’alta stagione. Per Fausto Gianella, consigliere regionale in quota FdI, «non è concepibile che le spiagge siano impraticabili a causa della morìa estesa di cannolicchi. Se ai nostri pescatori venisse consentito di raccoglierli, non si assisterebbe al paradosso che si lascia, invece, questa attività nelle mani del mercato nero o di gruppi improvvisati. Regolamentando anche la pesca dei cannolicchi si troverebbero due soluzioni, una economica e l’altra ambientale, a un problema anossico, ormai cronico». 

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