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L’intervista

Max Crivellaro nella Turchia: un ferrarese debutta agli Europei

Alessio Duatti
Max Crivellaro nella Turchia: un ferrarese debutta agli Europei

L’ex spallino collabora con mister Montella. Fa il match analyst e segue i vari dettagli

17 giugno 2024
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Barsinghausen (Germania) Un ferrarese a Euro 2024? È Massimo Crivellaro, che all’apertura della competizione sogna in grande, ricoprendo il ruolo di match analyst nello staff della Turchia di Vincenzo Montella. Classe 1987, cresciuto calcisticamente nella Spal e protagonista nelle più importanti piazze dilettantistiche estensi, nel 2014 ha intrapreso una carriera fuori dal rettangolo verde (anche nel vivaio e nel settore femminile spallino) dirottata dal 2021 in direzione Turchia. Prima all’Adana Demirspor e oggi con la Nazionale biancorossa.

Crivellaro, è pronto per viversi questa esperienza?

«Sì, mi sento molto carico. Sono mesi che prepariamo questo grande evento conquistato sul campo e non vediamo l’ora di giocare. Sto già vivendo un’emozione forte, quest’esperienza per me è la prima e quindi unica»

Cosa le passa per la mente ripensando ai suoi inizi?

«Quando si parte dal basso, facendo la gavetta, è fondamentale porsi degli obiettivi. Avere ambizioni e curare ogni particolare è la base di tutto. Sono convinto che se si lavora bene, con il giusto spirito di sacrificio, allora può arrivare anche quel pizzico di fortuna a coronare i sogni. Il mio di oggi voglio però vederlo come un punto di partenza per pormi ulteriori obiettivi. Quando si arriva qui questo bisogna voler consolidare ciò che si ha, vivendolo al meglio e guardare ancora più in alto».

Come ha gestito la sua vita lontano da Ferrara in questi anni?

«Il primo anno, lavorando in un club, ho potuto tornare più o meno una volta al mese durante le pause. Nel secondo, assieme a mia moglie, abbiamo fatto una scelta di vita, mi ha raggiunto e siamo stati in Turchia senza mai tornare. Ora con la Nazionale e con il mio specifico ruolo ho come base Istanbul ma giro tantissimo l’Europa per visionare i nostri giocatori. Non c’è una quotidianità fissa, servono tante energie per muoversi qua e là, ma devo dire che gli spostamenti mi permettono a volte di far scalo e passare qualche giorno dalle nostre parti».

Che popolo è, quello turco, nei confronti del calcio?

«Direi fantastico sotto ogni aspetto. Qui c’è una passione smisurata per la propria Nazione. Tutti tengono molto al pallone. Svegliarsi la mattina e sapere che 80 milioni di persone vivono per questo, è una grande trasmissione di carica ed energia».

Con la comunicazione come ve la cavate?

«Nello staff siamo quattro italiani e c’è un interprete che ci aiuta nel dialogo con gli altri colleghi turchi e con i giocatori. Ho migliorato molto il mio inglese in questi anni essendo un’altra possibilità significativa per dialogare. Abbiamo la fortuna di avere diversi giocatori che sono stati in Italia e parlano la nostra lingua, agevolando la velocità della comunicazione. Qualcosina di turco l’ho imparato, ma è davvero molto difficile. Diciamo che me la cavo con qualche frase di routine, roba standard, codificata per la base della quotidianità»

Il suo rapporto con Vincenzo Montella?

«Stupendo, bellissimo. Prima di essere un allenatore di livello alto è anche una persona capace di metterti a tuo agio ed è abile a farti esprimere in un contesto di team lavorativo. È uno che ascolta, poi è bravo a creare le giuste condizioni per vivere percorsi sinergici volti al lavoro. Sin dall’inizio si è calato subito nella nuova realtà e siamo tutti felicissimi per quanto stiamo facendo».

La Turchia sarà la grande sorpresa dell’Europeo?

«Noi vogliamo fare bene. Siamo una squadra giovane, di valore, magari un po’ inesperta ma siamo fiduciosi. L’obiettivo è quello di passare il girone e affrontare poi ogni gara a viso aperto. Nel nostro gruppo ci sono squadre molto toste, ma sulla carta possiamo giocarcela con tutte. Il Portogallo è squadra tecnica ed esperta, la Repubblica Ceca ha tradizione, la Georgia affronta un palcoscenico nuovo da formazione ostica, quadrata ed equilibrata».

Giocherete queste partite del gruppo tra Dortmund e Amburgo.

«Quest’anno sono stato due volte a Dortmund a seguire alcuni nostri giocatori ed è uno stadio clamoroso. Sappiamo che in Germania vivono tantissimi turchi e credo che la partecipazione, la passione e il tifo saranno armi in più da sfruttare. Amburgo, poi, è una città storica per il calcio tedesco. Anche lì vogliamo divertirci e far divertire».

Tra l’altro vi siete preparati giocando anche contro l’Italia, proprio a Bologna.

«Già qualche mese fa la Turchia U21 era stata a Ferrara e quest’altra occasione per me è stata motivo di grande orgoglio. Una serata da emozioni forti, contro i campioni d’Europa in carica».