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Avvio in salita

Nata sotto il segno del ritardo, la Spal paga ancora la discontinuità

Alessio Duatti
Nata sotto il segno del ritardo, la Spal paga ancora la discontinuità

Scelte e mancata tempestività sul mercato presentano il conto

12 settembre 2024
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Ferrara Una premessa è più che doverosa. Abbiamo appena scollinato il terzo turno di una stagione che rimane ancora lunghissima ed è presto per emettere sentenze o sancire bocciature (collettive o singole) dopo il noto avvio negativo della Spal. Al tempo stesso, però, sul tavolo della discussione non può non esser messo quel “previsto” che sarebbe potuto esser evitato, se la società avesse scelto di muoversi diversamente in termini di progettualità generale (e il riferimento esula, per questo discorso, dalla parte tecnica).

Insomma, che non sarebbe stato facile rispettare determinati crono-programmi strutturali in termini di costruzione della rosa, si sapeva da tempo. Se non altro, in questo senso, ci aiuta (per modo di dire…) l’esperienza delle ultime annate: perché, più o meno, qui a Ferrara è sempre stato così. A pagare le partenze a handicap sono poi sempre stati allenatori e direttori sportivi, con esoneri e cacciate, ma questo è ancora un altro tema.

Un altro discorso ancora si potrebbe aprire sulle ultime 24 ore di mercato (e ancor più in particolare il rush finale), non gestite propriamente in maniera brillante, con la conseguenza di aver privato la rosa di quella piunta centrale che ora servirebbe come il pane e lasciando senza squadra un paio di giocatori che proprio non lo avrebbero meritato. Il tutto anticipato dall’ancor più grave ritardo che, tra via Copparo e gli Stati Uniti, è stato fatto registrare tra primavera e estate, causa del -3 in classifica nella nuova stagione.

È stata scelta, in maniera legittima, per un motivo o per l’altro, la via della discontinuità. Discutibile o meno, il vero tema è che, se si decide di rivoluzionare letteralmente un intero club, lo si deve fare con una scansione temporale netta, ferma, rigorosa e immediata. Roma non sarà stata costruita in un giorno… ma i suoi mattoni non hanno atteso poi così tanto. Le difficoltà di riequilibrio economico con cui la Spal continua a imbattersi ci stanno, ma c’è un confine tanto sottile quanto netto tra l’essere ambiziosi per voler vincere “subito” o l’esser speranzosi di aver fatto qualcosa di buono, che andrà testato con più passaggi, per provarci. Non dimentichiamo che la Spal era altresì conscia di dover recuperare il prima possibile quel -3 della penalizzazione e che avrebbe avuto un calendario d’avvio non propriamente semplice. Mister Dossena (e il ds Casella) nelle loro prime conferenze stampa avevano provato a smorzare i timori della piazza – e ci sta, come mood comunicativo volto all’entusiasmo – portando l’esempio della Pro Vercelli, da cui arrivavano, costruita nella seconda metà di agosto eppure capace di far grandi cose nella prima parte di stagione. Invece alla Spal, con il passare delle settimane, dinnanzi alle asperità di quel lavoro immenso che è stato concluso solo nelle ultime ore, le difficoltà di assemblaggio si sono palesate. Basti pensare alla lista dei convocati per il ritiro estivo e alle distinte gara di questo avvio di campionato. Prendendo in esame solo l’ultima contro la Lucchese, notiamo che più di mezza squadra titolare non figurava nell’elenco montano. A Mezzana e Marilleva c’erano solo Antenucci, Rao, Arena, Nador e D’Orazio (con una mini parentesi per Radrezza, che era stato in Val di Sole meno di 48 ore). Insomma, dei 26 convocati per la missione dello scorso 15 luglio, ben 14 sono andati via dalla Spal, uno è fuori dal progetto (Iglio) e l’altro è il giovane Boccia, che non ha trovato destinazione alcuna.

Contro la Lucchese, oltre ad Arena, in difesa si son registrati ben 3 esordi contemporanei: Calapai, Sottini e Mignanelli. E qui, magari, qualcosa si potrebbe dire sul non utilizzo di Bassoli, ma la questione è già stata evidenziata a più riprese. Dossena aveva indicato, come fatto dallo stesso Di Carlo la scorsa estate, un necessario periodo d’assestamento. Un po’ tutti lo immaginavamo (e auspicavamo) più leggero e magari fatto di piccoli passi in avanti partita dopo partita. La Spal, invece, si trova già nel momento di massima difficoltà, nella speranza che l’orizzonte temporale dell’amalgama possa quantomeno rispettare le ipotetiche tabelle in cui sono incluse le prossime 2-3 partite. Attardarsi ulteriormente sarebbe letale per il proseguo di una stagione nata ancora una volta sotto il segno del ritardo.