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Tutti i campi possibili per la nuova Ars et Labor

Alessio Duatti
Tutti i campi possibili per la nuova Ars et Labor

Almeno inizialmente lo stadio “Mazza” non sarà disponibile. Copparo, Masi, Vigarano e Portomaggiore tra le alternative

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Ferrara Chiunque si metterà a capo della nuova Ars et Labor Ferrara, ha già da ora il dovere di guardarsi bene attorno per chiudere il prima possibile la delicatissima partita legata all’impianto sportivo casalingo, in attesa che la situazione legata al “Paolo Mazza” si sblocchi, dopo il primo input formale che il Comune ha lanciato verso la Spal di Tacopina con la revoca delle concessioni sia dello stadio e sia del centro sportivo “G.B. Fabbri”.

Sta di fatto, che in questa fase d’incertezza, o comunque transitoria, l’ente municipale ha doverosamente sottolineato in uno dei capitoli del bando per l’assegnazione del titolo a una nuova società di rappresentare Ferrara in Eccellenza che, fino alla positiva conclusione dell’iter per la revoca ufficiale delle concessioni al sodalizio dell’avvocato americano, «l’impianto in cui la società disputerà le gare interne potrà non essere lo stadio “Mazza”». «Fermo restando che – si legge in seguito – , in caso di esito positivo della procedura, l’ente indicato dall’amministrazione comunale alla Figc potrà dichiarare la disponibilità dello stadio “Paolo Mazza” per lo svolgimento dell’attività sportiva ai sensi dell’art. 1 delle Noif».

Insomma la questione, a oggi, resta aperta, nonostante su di essa filtri una più che discreta dose di fiducia. A differenza del centro sportivo “G.B. Fabbri”, luogo più difficile da liberare prima che la Spal srl eventualmente fallisca, con la sede legale del club dell’avvocato di Brooklyn e soci proprio in via Copparo 142, che paradossalmente, anche senza fare calcio, potrebbe occupare gli uffici. Per lo stadio la questione è differente, nonché direttamente riferibile al “danno sportivo” della mancata iscrizione ai campionati professionistici e quindi il nodo dovrebbe sciogliersi con più facilità. Tuttavia non è detto che lo si riesca a fare in tempi brevi o comunque compatibili con l’inizio delle attività calcistiche dell’Eccellenza, tra Coppa Italia di categoria (primo turno il 24 agosto) e campionato (la domenica successiva).

Ecco la necessità d’individuare una sede alternativa, capace, soprattutto, di soddisfare i bisogni numerici di una tifoseria che, senza alcun dubbio, sosterrà in massa l’Ars et Labor Ferrara anche nella categoria più bassa frequentata della storia spallina. L’epoca attuale ha generato numeri importantissimi, che, anche nella rovinosa discesa dalla serie A ai dilettanti, si sono mantenuti alti per senso d’appartenenza e visione comune: gli oltre diecimila sugli spalti del “Mazza” per lo spareggio-salvezza con il Milan Futuro ne sono l’ultima e concreta testimonianza.

Insomma, cifre decisamente in vertiginosa salita, rispetto all’annata di serie D (Real Spal) 2012/2013, quando il numero massimo di supporter casalingo era stato registrato contro la Pistoiese con 1.991 paganti. L’esordio interno di quell’anno (contro il Camaiore) aveva visto la presenza di 1.650 tifosi (850 abbonati e 800 paganti) per un incasso di 7.000 euro. C’è, invece, da immaginarsi che la Spal d’Eccellenza sarà seguita nelle partite interne da almeno 3-4mila spettatori e ovviamente il popolo biancazzurro non mancherà nemmeno nelle trasferte. Tribune, o comunque impianti così capienti, capaci di ospitare numeri del genere, non ce ne sono.

Escludendo le sedi delle altre ferraresi che concorrerà con la Ars et Labor Ferrara nel presumibile stesso girone B d’Eccellenza (quindi Sant’Agostino, Mesola e Comacchio), ecco alcune possibilità dentro i confini provinciali per ospitare le partite interne della nuova squadra. Favoriti su tutti gli altri, gli stadi “Benito Villani” di Masi Torello e “Decimo Preziosa” di Copparo, mentre il “Savino Bellini” di Portomaggiore non avrebbe una tribuna sufficiente ad affacciarsi sul suo bellissimo nuovo terreno sintetico, mentre nel “vecchio” terreno limitrofo (in via di sistemazione) le sedute sarebbero quantomeno di rilievo. C’è poi il campo sportivo di Vigarano Mainarda, che già utilizzava l’Accademia Spal femminile.

Un impianto sportivo senz’altro attrezzato è il “Loris Bulgarelli” (ora G&G Stadium) di Cento, ma va da sé che subentrerebbero non banali discorsi di rivalità e quindi di ordine pubblico. Ipotesi non percorribile, ci sentiamo di dire. Non lontano da lì, dov’è nutritissima la rappresentanza del tifo biancazzurro, ci sarebbe Finale Emilia (provincia di Modena), con il sintetico di via di Sotto che ben si presterebbe anche per affrontare eventuali condizioni climatiche invernali (anche se si spera che il “Mazza” possa tornare casa il prima possibile, quindi prima che la stagione più rigida arrivi).

Nel Bolognese più vicino a noi, invece, ecco lo stadio “Augusto Magli” di Molinella con 412 sedute in tribuna e 350 in gradinata. Al “Pietro Zucchini” di Budrio – dove gioca il Mezzolara – si contano 700 sedute al coperto e 100 prive di tettoia. Impianti sportivi da non scartare, in caso di estrema necessità, potrebbero essere anche quelli il “Kennedy-Cevenini” di San Lazzaro di Savena, il comunale di Castel San Pietro Terme e il “Clara Weisz” di Castel Maggiore.

Gli ipotetici, ma alquanto probabili, alti numeri casalinghi di tifosi della prossima Ars et Labor Ferrara si tradurrebbero in incassi di gran rilievo per la categoria, fattore questo che sarà altrettanto probabile e apprezzato anche in trasferta. Consideriamo – stando bassi in tutte le diciture – una media di 7 euro a ingresso, per le migliaia sopra ipotizzate, si arriva presto a un forfait di 25.000 euro. E altrettanti, più o meno, potrebbero giungere da proventi bar. Con poco più di 5.000 euro di spese da mettere a bilancio tra servizio d’ordine pubblico e altro.

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