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Medicina Fossatone, chi è il prossimo avversario dell'Ars et Labor

Alessio Duatti
Medicina Fossatone, chi è il prossimo avversario dell'Ars et Labor

L’analisi di mister Assirelli, tecnico dei giallorossi, in vista dell'anticipo che si disputerà a Budrio: "Il livello del campionato è salito ma Ferrara non è l'unica realtà che ambisce alla promozione"

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Ferrara Saranno le tinte giallorosse del Medicina Fossatone a contrapporsi all’Ars et Labor nel pomeriggio di sabato, per uno dei due anticipi del quarto turno di campionato, in programma sul sintetico dello stadio “Zucchini”, in piazzale della Gioventù a Budrio. Il club bolognese è alla sua ottava partecipazione consecutiva al torneo d’Eccellenza, sotto lo sguardo societario del presidente Moroni, e oggi guidato in panchina da mister Fulvio Assirelli, nelle ultime stagioni in sella al Solarolo.

Mister, ci racconta un po’ l’avvio di stagione della sua squadra? «Nelle prime tre giornate abbiamo conosciuto tutte le tipologie di risultato (1-1 a Solarolo, 0-1 con il Futball Cava Ronco e 3-1 a domicilio al pietracuta, ndr). Devo dire che siamo in crescita. Il nostro è un percorso nuovo, in estate si è cambiato tanto. Sono arrivato io, così come tanti giocatori. La società ha lavorato molto per riaprire un ciclo: la qualità c’è, è innegabile, ma credo ci sarà bisogno di un po’ di tempo. Le nostre partite fin qui sono state tutte equilibrate e spesso gli episodi, in un senso o nell’altro, hanno fatto la differenza. Siamo reduci dalla vittoria col Pietracuta, a mio avviso una squadra fortissima, che semplicemente non ha ancora ingranato. Credo che loro siano tra quelle due o tre realtà che potrebbero almeno fare il solletico all’Ars et Labor».

I vostri obiettivi stagionali? «In primis aprire questo nuovo corso, ottenendo il massimo risultato possibile. È difficile pensare a cosa poter fare in maniera specifica rispetto alla classifica, perché ci si aspettava un campionato con un livello più basso. Invece, tutte hanno organici importanti. Da noi sono arrivati giovani di talento che conoscono la categoria e vedo margini di miglioramento. Necessitiamo di amalgama, ma sappiamo già che ogni partita vale tanto».

Caratteristiche del Medicina? «A me piace avere gente di gamba, intensa, ma soprattutto affamata. Questa categoria è più difficile di quanto si pensi. Proviamo a fare il calcio che riusciamo all’insegna del concretizzare. Fare troppo calcio può diventare problematico, farne poco non è nei nostri pensieri e non fa crescere i ragazzi. Lo dico da allenatore che ha trascorso tanti anni nei settori giovanili».

Quanti allenamenti fate? «Quattro. Ci siamo allineati alle nuove esigenze dell’Eccellenza, un torneo che oggi richiede molto. Ci alleniamo sempre alle 18.15, con la società abbiamo fatto questa scelta. Abbiamo solo 4-5 ragazzi che lavorano, il resto, come dicevo, sono giovani».

Diceva del campionato?  «Lo scorso anno tanti addetti ai lavori sostenevano che fosse il più competitivo degli ultimi 10 anni. Quest’anno, allora, cosa si dovrebbe dire? C’è l’Ars et Labor, poi ci sono altre 3-4 realtà veramente forti che vogliono stare in alto. Il coefficiente di difficoltà è sicuramente salito. In questo momento, però, servono ancora un paio di giornate per assestarsi. Il 75% delle squadre ha cambiato molto, quasi tutto, e in campo si vede che non ci sono ancora i meccanismi desiderati. Il restante 25% sta dando continuità e ha già un’identità precisa, vedi la Fratta Terme».

Cosa dire di questa sfida alla nuova Ars et Labor? «Sono molto curioso di affrontarla. Abbiamo raccolto tutte le informazioni possibili e ci stiamo preparando per fare il nostro meglio. È molto bello averla con noi e credo che il girone abbia acquisito un interesse enorme. Tra l’altro, ho diversi amici spallini e i miei accrediti per sabato li considero ormai esauriti (ride, ndr). L’Ars et Labor è una squadra con valori tecnici elevatissimi. Non voglio portare male, ma credo che alla fine il campionato lo vincerà. Magari non uccidendolo, perché il Mezzolara è tosto e starà lì il più possibile».

Il campo sintetico sarà un fattore?  «Siamo felicissimi di poter giocare davanti a una bella cornice di pubblico, ma avremmo preferito l’erba naturale, ovviamente. Non ci siamo allenati su un sintetico per quest’uscita, abbiamo fatto come solito nel nostro centro sportivo».

Con quali sensazioni, anche personali, si avvicina al match? «Ci saranno delle emozioni, che andranno gestite. Ovviamente teniamo molto a questa partita, sappiamo l’attenzione che ci sarà attorno. Purtroppo ci presenteremo con qualche defezione di troppo, ma nel calcio sono cose che possono capitare. Io non ho ancora 50 anni, ma questo è il mio trentesimo campionato da allenatore. Avevo iniziato mentre giocavo e sono passato da piazze importanti, tipo Faenza. Medicina è un bello step, una società dilettantistica, che però approccia le cose in maniera professionale».

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