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Osteria Grande – Ars et Labor, Dall’Olio: «Il mister dà la scossa»

Alessio Duatti
Osteria Grande – Ars et Labor, Dall’Olio: «Il mister dà la scossa»

Domani alle 15.30 in campo. Il direttore tecnico della squadra avversaria: «Ora tocca al gruppo, ma pronostico chiuso»

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Ferrara L’Osteria Grande, avversaria dell’Ars et Labor alle 15.30 di domani, vuol far di tutto per svoltare un andamento che fin qui si è rivelato assai lento. I bolognesi abbigliati di biancoblù hanno raccolto 5 pareggi, ma 2 recenti sconfitte hanno accentuato in negativo lo “zero” della casella successi. Numeri che hanno spinto la società al cambio dell’allenatore. L’altra sera, infatti, mister Giangiacomo Geraci è stato sollevato dall’incarico. Ci siamo quindi fatti raccontare tutte le novità dell’ultimo minuto da Francesco Dall’Olio, che a Osteria Grande ricopre i panni del direttore tecnico.
«In maniera serena e consensuale abbiamo deciso d’interrompere la collaborazione, semplicemente perché i risultati non stavano arrivando. Abbiamo quindi cambiato affidando la panchina a Fabio Malaguti. Un mister qualificato, capace di vincere l’Eccellenza due anni fa a Sasso Marconi e molto legato a Osteria come paese visto che la sua famiglia vive qui. È carico e contento di essere con noi».
Sulla sua e sulla vostra strada, ecco l’Ars et Labor.
«Beh diciamo un esordio morbido (ride; ndr). Scherzi a parte era molto contento di ciò. Sappiamo che giocheremo 90 minuti contro quella che è senza dubbi la squadra più forte e attrezzata del campionato. Anche la società e quindi i tifosi sono di un’altra categoria. C’era soltanto bisogno di tempo per rodarsi al meglio e arrivare al regime attuale: ora in campo vengono espresse le tante qualità della rosa. Per noi sarà un match molto difficile. Vediamola come una festa fuori dal rettangolo verde, ma questo non vuol dire che in campo giocheremo la nostra partita per provare a portare a casa qualcosa. Nel calcio, mai dire mai…».
Il fattore “scossa” dopo l’avvicendamento tecnico può spaventare gli estensi?
«Speriamo possa arrivare, ma ci interesserebbe che poi venisse mantenuta anche nelle successive partite. L’Osteria Grande è una squadra con qualità tecniche importanti, ma dobbiamo accenderci. Fin qui forse si è sentito poco il gruppo. Quando si va male è il mister che paga con l’esonero ma le responsabilità vanno condivise. Non resta che resettare e crescere in fretta».
L’infrasettimanale col Pietracuta può generare in voi un po’ di stanchezza?
«Penso proprio di no. Parliamoci chiaramente: se non hai energie da spendere in un appuntamento motivante come quello di domani, è meglio starsene a casa propria. Siamo praticamente al completo come gruppo, a parte Carboni e il portiere Leoni che hanno problemi muscolari».
Obiettivo stagionale vostro?
«Una salvezza tranquilla. Visto che lo scorso anno ci siamo salvati all’ultima giornata con la classifica avulsa. Personalmente vorrei chiudere la pratica prima e dedicarmi nelle ultime giornate a dei pre-partita di pesce o di pasta».
Due parole sulla vostra realtà?
«Rappresentiamo un paese di 4.500 abitanti, siamo una frazione di Castel San Pietro Terme. Il calcio è sempre stato un punto di riferimento, assieme alla parrocchia e al bocciodromo. Questa società è viva da 43 anni perché ha sempre fatto il passo come la gamba. Mai un problema debitorio, tanto lavoro con il vivaio (oltre 200 ragazzi; ndr) e ci godiamo il nostro campo in sintetico pagato esclusivamente dalla società con un mutuo da credito sportivo. Ne siamo molto orgogliosi. Passione, cuore, volontariato e la festa della birra estiva che ci dà qualche introito».
Perché Budrio come sede del match visto che a Castel San Pietro l’Ars giocherà contro il Solarolo?
«Dopo aver valutato le varie opportunità non abbiamo avuto un solo dubbio: Budrio negli anni passati ha accolto anche Parma, Modena e altre piazze seguite. La società Mezzolara si pone in prima linea nella realizzazione dell’evento e se questa sarà la terza partita spallina allo “Zucchini” un motivo ci sarà. È stato un ragionamento semplice, dettato dal supporto ricevuto».

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