La Nuova Ferrara

Teatro

Ferrara, dal carcere al palcoscenico

di Samuele Govoni
Ferrara, dal carcere al palcoscenico

Lunedì all’Abbado c’è “Agnusdei”, così i detenuti diventano protagonisti. Czertok: «Quanto lavoro per il teatro in prigione, ho dato la vita per questo progetto»

09 giugno 2023
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Ferrara Lunedì alle 21 sul palco del Teatro Comunale Abbado di Ferrara (corso Martiri della Libertà, 5) andrà in scena “Agnusdei”, spettacolo scritto e diretto da Marco Luciano con la collaborazione alla regia di Horacio Czertok; in scena i detenuti/attori del carcere di Ferrara. Per la prima volta la pièce verrà proposta all’esterno dell’istituto penitenziario e non in un luogo qualunque, bensì sul palcoscenico simbolo della città. Non è la prima volta che i detenuti calcano le tavole dell’Abbado e, anche se ormai è una felice consuetudine, quello che accade è comunque sempre un piccolo miracolo.

La mission Il teatro è entrato nel carcere di Ferrara nel 2005 e in questi 18 anni è cresciuto, si è evoluto, si sono instaurati legami, sono stati fatti passi avanti e le conquiste ottenute hanno dettato la linea anche in altre case circondariali dell’Emilia-Romagna. «Il nostro obiettivo – spiega Czertok, attore, regista e anima del percorso – è sempre stato quello portare il teatro all’interno del carcere. Volevamo fare gruppo, creare dei legami, trasmettere conoscenze e abilità, non semplicemente fare il corso una volta a settimana». Passo dopo passo quella che sembrava un’utopia è diventata realtà.

«Oggi – afferma felice – trentacinque detenuti sono iscritti al laboratorio di teatro, un numero elevato. Se si considerano i numeri di Ferrara siamo attorno al 10%». Czertok e i suoi collaboratori sono riusciti a mettere in scena spettacoli, a portare le persone all’interno del carcere per vederli e a portare i detenuti fuori per proporli anche all’esterno. «Abbiamo intrapreso anche un percorso con gli studenti dell’Ariosto, un’occasione per loro per toccare una realtà lontanissima da quella che è la vita di tutti i giorni». Il percorso non si è fermato nemmeno durante la pandemia, quando i detenuti hanno vissuto all’ennesima potenza l’isolamento che anche il mondo fuori ha sofferto. «Abbiamo comunicato con le lettere, poi c’è stata la webserie e ora questo. All’Abbado non si vedranno tutti i detenuti coinvolti nel laboratorio, alcuni non possono uscire, ma sarà comunque un momento importante». Come detto la regia è di Luciano, stretto collaboratore di Czertok e “successore”. «Non mi trovo bene con quella parola, lui porterà avanti il suo percorso che non deve essere necessariamente uguale al mio ma sono felice che il teatro in carcere possa proseguire con lui. Io – dice il regista – in questi mesi gli sono stato accanto, e sarà ancora così, però è giunto il momento di andare oltre. Ho dedicato la mia vita a questo percorso, è tempo di cambiare».

Sotto i riflettori “Agnusdei” è liberamente ispirato alle lettere dal carcere di Antonio Gramsci. Lo spettacolo non intende narrare in maniera biografica la vita del politico e filosofo italiano, quanto piuttosto indagare, attraverso quadri grotteschi e sarcastici, azioni poetiche e musica dal vivo, alcuni archetipi morali e sociali, alcuni cliché, che la società continua ad alimentare quando si parla di carcere e detenzione.

Il libro L’esperienza di Czertok nel carcere di Ferrara è stata da lui racchiusa in “Libertà vo’ cercando. Il lavoro del Teatro Nucleo nel Carcere di Ferrara” (ed. Seb27). Il volume racconta a più voci la storia di un percorso riuscito, che fino a oggi perdura con l’ottimismo della pratica, superando crisi, conflitti e persino una pandemia. L’opera sarà disponibile nel foyer. «Qui – conclude – , al di là dei miei scritti, ci sono le parole e le riflessioni dei detenuti; un modo per non lasciare svanire esperienze che hanno cambiato regole e vite, in primis la mia». Posti in esaurimento, ingresso 10 euro. Per info: 0532.202675.l