La Nuova Ferrara

L’evento

Ferrara, Omar Pedrini a cuore aperto: «Nelle canzoni c’è la mia vita»

Samuele Govoni
Ferrara, Omar Pedrini a cuore aperto: «Nelle canzoni c’è la mia vita»

Musica e parole si mescolano, domenica una serata da “Cane sciolto”

12 aprile 2024
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Ferrara «C’è chi ha grande fantasia e scrive canzoni inventando storie, io non sono uno di quelli. Io ciò che canto l’ho vissuto tutto in prima persona». Parola di Omar Pedrini. Il rocker, che nonostante la salute traballante non rinuncia alla musica, domenica sarà a Ferrara per chiudere la seconda edizione di Grisù 451, festival delle parole che si svolge in via Poledrelli e che coinvolge esponenti della scena letteraria.

Zio rock

«Sono un figlio illegittimo della Beat Generation, amo la contaminazione tra musica e poesia. Il Teatro Canzone di Gaber mi affascina e forse sarà la strada che percorrerò quando dovrò deporre le armi del rock». In autunno Pedrini dovrà sottoporsi ad un nuovo intervento e per un po’ dovrà stare buono, il dottore è stato chiaro. «Mi mancherà, certo, ma ho già pronto un piano B e all’occorrenza anche un piano C perché - dice sorridendo - sono un inguaribile ottimista, sono sicuro che qualcosa di bello accadrà. Un giorno troveranno il modo per farmi tornare sul palco». A Grisù proporrà il reading di "Cane sciolto", la sua autobiografia in cui si racconta a 360 gradi o, come ama dire lui, a cuore aperto. «Quella del reading è una formula che mi è sempre piaciuta. Già nei concerti inserivo momenti di lettura e proponevo brani di autori diversi, questa volta, invece, mi concentro sul mio viaggio». Pedrini è sincero, lo è sempre stato, e il pubblico lo apprezza anche per questo. «Se apri una pagina qualsiasi della mia biografia troverai qualcosa che ha a che fare con una canzone che ho scritto e - spiega - partendo da quell’aneddoto ripropongo il brano. Il pubblico mi accompagna in questo viaggio, anzi, è un viaggio che facciamo insieme: da una parte io ripercorro miei momenti, dall’altra loro hanno i loro ricordi e le loro emozioni. Non mi piace spiegare le canzoni, ognuno ci vede dentro quello che vuole. È giusto così». Dopo lo stop forzato del 2004 il rocker ha lavorato per Sky Arte, per il Gambero Rosso («più che gourmet preferisco definirmi ghiottone») e ha insegnato all’università Cattolica di Milano. «Le prime canzoni le ho scritte da bambino, le facevo leggere ai miei compagni di classe, era il mio modo di comunicare. Poi - ricorda - nel 1987 è uscito il mio primo brano "Signor no", un pezzo antimilitarista... all’epoca c’era la leva obbligatoria». Ma è stato sul palco dell’Ariston che Pedrini ha capito che la musica sarebbe stata la sua strada. «Nel 1991 con i Timoria ricevemmo il premio della Critica per "L’uomo che ride"; il riconoscimento nella nostra sezione (nuove proposte, ndr) non c’era e fu istituito apposta per noi». Poi conclude: «Il mio sogno era guadagnarmi da vivere facendo musica, ci sono riuscito».

La giornata

Oggi alle 18 si parte con la proposta al Premio Strega Olga Gambari, critica d’arte, e il suo "Il nome segreto" (ed. Miraggi). Alle 19 spazio a "Rez - concerto poetico" ispirato al celebre romanzo "Altri libertini" di Pier Vittorio Tondelli, a cura di Orchi_dee, degli attori Eleonora Gusmano e Alessandro Romano. La serata si chiude alle 21.30 con il reportage fotografico dedicato alle popolazioni Sami della fotografa Valentina Tamborra e racchiuso nel libro "I nascosti" (ed. Minimun Fax).