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L’analisi

La Spal delle poche vittorie: una crescita maturata troppo tardi

Alessio Duatti
La Spal delle poche vittorie: una crescita maturata troppo tardi

Portano il timbro “Mimmo bis” 7 degli 11 successi biancazzurri

23 aprile 2024
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Ferrara La Spal che si prepara a chiudere il campionato è diventata una vera squadra. La tempistica del risultato non sorride, perché se da un lato la salvezza è questione certificata lo è altrettanto l’impossibilità di acciuffare l’ultimo posto utile per i playoff. Recriminare non serve a nulla e probabilmente da ora in poi il miglior caso è quello di concentrarsi su quel domani che non potrà più essere negativo o banale nel corso della storia biancazzurra. Però quel minimo di sguardo, capace di generare sentimenti contrapposti, verso la crescita (tardiva) della Spal 2023/2024 fa parte di uno dei tanti capitoli che si generano tirando le famose righe dei bilanci. La compagine estense di questa primavera ballerina è cosa ampiamente opposta rispetto alla squadra vissuta nei passati (quasi agonici) mesi. In tutta la stagione – ricordando l’ultima possibilità d’incremento a Olbia – la Spal ha raccolto 11 vittorie, ma va evidenziato come 7 di queste siano arrivate soltanto dal richiamo in panchina di mister Mimmo Di Carlo. Roba più o meno recente, quindi. Ogni successo è valso tre punti, naturalmente, ma la curva ascendente non è solo rimarcata dalle ultime tre gioie consecutive – una cosa che non si era mai verificata – ma proprio dal modo in cui queste sono arrivate. Lo stesso Di Carlo ha condiviso il pensiero di una Spal non sempre precisa o dominante, che al di là della presenza avversaria ha concesso più di un’imperfezione. Però alla fine ha sempre prevalso con merito e mai solo con fortuna o episodi piombati dalla propria parte. A differenza di quello che era successo proprio all’inizio dell’anno con i due successi sotto la guida del tecnico ex Vicenza, arrivati tra un arrangiamento e l’altro nella fase di “lavori in corso”. Spal-Vis Pesaro 1-0 decisa dalla giocata improvvisa, a nemmeno troppo dal termine, del grande campione (capitan Antenucci) e Juve Next Gen-Spal terminata sempre di cortissimo muso ma addirittura in extremis con la firma di Bertini. Lo stesso centrocampista che direttamente sugli sviluppi di un calcio piazzato aveva deciso l’infrasettimanale di fine ottobre contro il Sestri Levante al “Paolo Mazza”. Altro 1-0, altra fatica immensa nella proposta e parecchie tribolazioni arretrate. Era stato il primo dei due successi ottenuti da Leonardo Colucci: il secondo a ridosso del Natale contro l’Olbia in una gara finalmente dominata dall’inizio alla fine (reti di Bassoli e Valentini) ma il passare del tempo ha poi fatto capire a tutti la scarsissima dote complessiva dei sardi. Anche le due vittorie consecutive del “Mimmo Bis” sono state soffertissime (tutto poi ha fatto brodo). Spal-Recanatese 1-0 a firma Antenucci è stato il nuovo inizio, poi l’1-2 di Pescara (con rigore sbagliato dagli abruzzesi nel finale) prima dei pareggini davanti a Fermana e Arezzo. Diciamo che da marzo in poi – e qui emerge l’importanza del tempo lavorativo di cui necessita uno staff tecnico – è stata plasmata una nuova Spal, quella poi capace di crescere giornata dopo giornata e di dare anche senso al mercato di riparazione operato a gennaio da Fusco. Sei gol segnati a Sestri Levante e Rimini (primi contributi di Petrovic, ma anche la gioia personale di Tripaldelli) e la comprensione che la permanenza in C non sarebbe ormai stata più a rischio dopo il rotondo 3-0 casalingo contro il Gubbio nel grande pomeriggio di Zilli (e Ghiringhelli). Virtus Entella e Pineto hanno fatto il loro senza risparmiarsi un istante, ma la maturità della nuova Spal ha permesso l’arrivo di altre due vittorie che probabilmente in un’altra fase della stagione non sarebbero arrivate. Il mattoncino di base del vincere (e convincere) è uno di quelli necessari da tenere nell’ambiente per la futura ripartenza. Un concetto da ribadire anche a Olbia.